Giardini Botanici Hanbury e piana di Latte
I giardini Hanbury, bene ambientale e storico straordinario,
sono un esempio unico di giardino botanico di acclimatazione di
specie diverse e conservano le tracce dell'antico percorso
romano.
Nella parte bassa del giardino botanico, realizzato alla fine del
XIX secolo da sir Thomas Hanbury, è possibile osservare un
tratto di selciato della strada pubblica utilizzata fino al 1836,
il cui percorso poteva coincidere con il tracciato della via Iulia
Augusta. Lungo tale percorso fuori dai giardini, a ponente del
torrente Sorba, poco più a ovest del capo Mortola, è
stato individuato un selciato considerato antico, costituito da
ciottoli arrotondati, profondamente infissi nel terreno e
caratterizzato da cordoli di pietra trasversali alla carreggiata
per evitare lo scivolamento di carri e animali in salita.
Nel 1867 Thomas Hanbury, colpito dal paesaggio e dal clima di Capo
Mortola, acquistò la villa e il terreno in cui
realizzò il grande giardino che conserva il suo nome. Il
fratello Daniel importò da regioni lontane piante di
notevole interesse botanico e farmaceutico. Vennero costruiti o
restaurati numerosi rustici, realizzata una nuova rete idrica e fu
restaurata Villa Orengo. Il giardino, diviso in aree specifiche per
paesi, fu arricchito di viali, fontane, oggetti d'antichitá;
alla morte del fondatore l'opera fu continuata dal figlio Cecil con
la collaborazione fondamentale della moglie Lady Dorothy.
Piana di Latte : La piana del torrente Latte,
angolo di singolare bellezza e luogo di villeggiatura
dall'antichità ai tempi moderni, conserva ancora le tracce
del percorso dell'antica via romana.
Attraversato l'attuale centro di Ventimiglia alta, la via Iulia
Augusta proseguiva a ponente lungo il litorale, adattandosi ai
dislivelli e ai piccoli golfi che attraversava. Nella piana di
Latte il suo tracciato è ricordato ancora dalle fonti orali
e toponomastiche, come dimostra il nome "Strada Romana Antica"
della piccola via a sud della statale 1 - Aurelia. Questa strada
parte all'altezza della casa vescovile e arriva fino al torrente
Latte, e nella parte finale conserva sotto l'attuale manto
stradale, e lungo il muro che la delimita a settentrione, tratti di
strutture connesse all'antico selciato. Nella stessa area, in
prossimità di Villa Eva, recenti indagini archeologiche
hanno individuato i resti di una villa di epoca romana affacciata
sul mare.
La presenza di un edificio romano nella piana rafforza l'ipotesi
di un insediamento costiero a ovest di Ventimiglia. Si tratta di
una struttura di forma allungata, suddivisa in almeno due ambienti,
le cui murature, realizzate in ciottoli di grandi dimensioni, sono
conservate solo in parte. La vicinanza alla riva del mare fa
pensare ad una villa marittima e residenziale provvista di un
proprio approdo, o ad un luogo di sosta per i viaggiatori che lungo
la Via Iulia Augusta si recavano in Gallia.